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Affamati ed arrabbiati: adesso si sa perchè cambiamo umore

Sembra che “hangry” (neologismo di hungry=affamato; angry=arrabbiato) non sia solo un termine inventato. I ricercatori dell’Università di Guelph hanno rivelato che l’improvviso calo di glucosio che sperimentiamo quando siamo affamati può influire sul nostro umore. Pubblicato nella rivista Psychopharmacology, lo studio ha esaminato l’impatto di un’improvvisa caduta di glucosio sul comportamento emotivo inducendo ipoglicemia nei ratti. Gli animali sono stati iniettati con un bloccante del metabolismo del glucosio causando loro di sperimentare l’ipoglicemia e quindi sono stati collocati in una camera specifica. In un’occasione separata, è stata loro somministrata un’iniezione di acqua e collocata in un’altra camera. Quando veniva data la scelta di quale camera entrare, evitavano attivamente la camera in cui sperimentavano l’ipoglicemia. I ricercatori hanno testato i livelli ematici dei ratti dopo aver sperimentato l’ipoglicemia e trovato più corticosterone, un indicatore di stress fisiologico. I ratti apparivano anche più pigri quando venivano somministrati bloccanti del metabolismo del glucosio. Questa scoperta supporta l’idea che gli animali sperimentassero stress e umore depresso quando erano ipoglicemici.

“Abbiamo trovato prove che un cambiamento nel livello di glucosio può avere un effetto duraturo sull’umore”, ha affermato il Prof. Francesco Leri, Dipartimento di Psicologia. “Ero scettico quando le persone mi dicevano che diventano scontrosi se non mangiavano, ma ora ci credo. L’ipoglicemia è un forte fattore di stress psicologico e fisiologico. Quando le persone pensano agli stati d’animo negativi e allo stress, pensano al fattori, non necessariamente i fattori metabolici“, ha detto il dottorando Thomas Horman, che ha guidato lo studio. “Ma abbiamo scoperto che uno scarso comportamento alimentare può avere un impatto. Questo tipo di comportamento di evitamento è un’espressione di stress e ansia. Gli animali stanno evitando quella camera perché hanno avuto un’esperienza stressante lì. Non vogliono sperimentarlo di nuovo. Potremmo obiettare che questo è dovuto al fatto che hanno bisogno di glucosio per far funzionare i loro muscoli, ma quando abbiamo somministrato loro un farmaco antidepressivo di uso comune (bupropione), il comportamento lento non è stato osservato. Gli animali si muovevano normalmente; questo è interessante perché i loro muscoli ancora non avevano ancora ricevuto glucosio, eppure il loro comportamento è cambiato”.

Per le persone che soffrono di ansia o depressione, i risultati dello studio hanno implicazioni per il trattamento, ha detto il dott. Horman: “I fattori che inducono qualcuno a sviluppare depressione e ansia possono essere diversi da una persona all’altra. Sapendo che la nutrizione è un fattore, noi può includere le abitudini alimentari in un possibile trattamento. Il cattivo umore e la cattiva alimentazione possono diventare un circolo vizioso in quanto se una persona non sta mangiando in modo appropriato, può sperimentare un calo di umore, e questo calo di umore può far sì che non vogliano mangiare. Se a qualcuno mancano costantemente i pasti e si sperimenta costantemente questo fattore di stress, la risposta potrebbe influenzare il loro stato emotivo a un livello più costante. Questi risultati forniscono anche una panoramica della connessione tra depressione e malattie come obesità, diabete, bulimia e anoressia”. Avendo stabilito che l’ipoglicemia contribuisce a stati d’animo negativi, i ricercatori hanno in programma di determinare se l’ipoglicemia cronica a lungo termine sia un fattore di rischio per lo sviluppo di comportamenti simili alla depressione. Mentre mancare un pasto può renderti “arrabbiato”, questi risultati suggeriscono che il tuo umore potrebbe essere influenzato se saltare il pasto diventa un’abitudine.

Saltare i pasti (recuperandoli in seguito; a volte forse…) non è una modalità salutare di condurre la quotidianità. E’ stato raccomandato da sempre. Adesso che le evidenze scientifiche stanno spiegando il perché, c’è un motivo in più per essere più costanti e disciplinati.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Horman T et al., Leri F. Psychopharmacology 2018 Oct; 235(10):3055-63.

Sacristán HJ, Ansaldo M et al. PLoS One. 2016 Mar 28;11(3):e0150854.

Gamage TF et al., Lichtman AH.Drug Alcohol Depend. 2015; 146:7-16.

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