Si definisce ematuria la comparsa visibile o meno di sangue nelle urine. Sebbene il sangue nelle urine possa essere allarmante, di solito non è un indicatore di una condizione potenzialmente mortale. A volte può essere correlato a un grave problema di salute. Se il sangue è visibile ad occhio nudo, la condizione viene definita ematuria “macroscopica”, “visibile” o “grossolana”. Questo dovrebbe essere indagato da un medico. A volte, il sangue può essere visto solo al microscopio. Questo è indicato come ematuria “microscopica” o “non visibile”. Questo dovrebbe essere studiato anche perché nemmeno la minima quantità di sangue dovrebbe essere presente nelle urine sane. Il sangue visto nelle urine proviene da qualche parte del tratto urinario, che è costituito da vescica, reni, ureteri e uretra. Può essere regolare, invece, trovare tracce di alcune proteine del sangue il che risulta normale. Essendo l’albumina la maggiore proteina plasmatica, è invero la proteina che più frequentemente si ritrova in tracce nelle urine. Quando per lesioni renali essa aumenta si parla di albuminuria, che può essere analogamente all’ematura sia microscopica che macroscopica.
Di seguito sono riportate alcune delle cause più comuni di ematuria.
Infezione del tratto urinario
Queste infezioni si verificano spesso quando i batteri migrano verso l’alto attraverso l’uretra e iniziano a proliferare nella vescica, causando cistite. I segni di un’infezione del tratto urinario includono un frequente bisogno di urinare, un dolore e una sensazione di bruciore durante la minzione e l’urina che ha un odore più forte del solito. Agenti comuni di infezione alle urine sono l’Escherichia coli, l’Acinetobacter baumanni e lo Pseudomonas aeruginosa. Regolarmente questi batteri sono stati sempre sensibili ai comuni antibiotici prescrivibili. Negli ultimi 10 anni, essi sono diventati esponenzialmente la causa più comune di infezioni urinarie ospedaliere, senza contare l’emergenza in ambito internazionale del fenomeno della multiresistenza antibiotica.
Infezioni renali
Chiamata anche pielonefrite, si verifica un’infezione renale quando i batteri nel flusso sanguigno o gli ureteri si spostano nel rene per risalita. Ciò può portare agli stessi sintomi causati dall’infezione del tratto urinario, sebbene l’infezione renale di questo tipo di associa quasi costantemente a febbre intensa e dolore addominale.
Calcoli renali o vescicali
I minerali presenti nelle urine a volte formano cristalli nel rivestimento del rene o della vescica, che possono eventualmente trasformarsi in calcoli. Questi di solito non causano dolore, ma possono portare a un blocco o possono essere passati nelle urine, che può essere estremamente doloroso e portare anche a sanguinamento.
Uretrite
Questo termine si riferisce all’infiammazione dell’uretra, il condotto attraverso il quale passa l’urina quando viene eliminata dal corpo. È spesso causato da una malattia a trasmissione sessuale come l’infezione da Clamidia o da miceti (Candida).
Ipertrofia prostatica
Chiamata anche iperplasia prostatica benigna, si riferisce all’aumento delle dimensioni della prostata in e dopo la mezza età. Man mano che la ghiandola diventa più grande, comprime l’uretra, che può ostruire il flusso di urina, rendendo la minzione più difficile o più lenta e portando a sanguinamento. Anche la prostatite (infezione della prostata) può causare questi sintomi.
Malattia renale o lesioni
La malattia renale provoca spesso ematuria microscopica. Le unità di filtraggio del sangue del rene chiamate glomeruli si infiammano. Esempi di condizioni che possono causare malattie renali includono diabete, vasculite, infezione virale e alcuni disturbi immunitari che colpiscono i glomeruli. Le glomerulonefriti da autoimmunità come lupus sistemico e artrite reumatoide sono le cause maggiori di nefropatia che può causare ematuria microscopica o macroscopica a secondo della gravità della condizione. Gli incidenti traumatici (stradali, cadute da altezze) che causano lesioni ai reni, possono anche far passare il sangue nelle urine. A livello nosocomiale la causa di ematuria più frequente è legata al processo di cateterismo urinario ed ovviamente alle possibili infezioni che si sovrappongono.
Tumore ai reni, alla vescica o alla prostata
In generale, tutti questi tumori hanno un’incidenza più elevata negli individui di età pari o superiore a 50 anni. Oltre all’ematuria, altri sintomi di neoplasie urinarie comprendono:
Cancro ai reni – una massa addominale e dolore persistente ai lombi;
Cancro alla vescica – necessità più frequente e urgente di urinare e dolore alla minzione;
Polipi vescicali – per l’erosione dell’epitelio superficiale, essi sono una causa di ematuria visibile ricorrente;
Cancro alla prostata – necessità più frequente e urgente di urinare; difficoltà a svuotare la vescica
Disturbi ereditari
Condizioni ereditarie come l’anemia falciforme (a causa dell’emoglobina difettosa negli eritrociti) e la sindrome di Alport (anomalia della membrana filtrante glomerulare) possono causare ematuria sia macroscopica che microsopica.
Alcuni farmaci
Alcuni farmaci come la penicillina (antibiotico) e la ciclofosfamide (chemioterapico antitumorale) possono causare ematuria. Quest’ultima è la causa più frequente di cistite tossica emorragica nel trattamento per i tumori. Se una persona ha già una condizione che fa sanguinare la vescica, l’uso di anticoagulanti come l’aspirina o l’eparina può anche portare a ematuria macroscopica per aumento della fragilità capillare.
Quando cercare il dottore
Regolarmente la microematuria non viene notata da nessuno; è solo la presenza di ematuria visibile che allarma una persona portandola al consulto medico. Alla visita medica si esaminerà la causa dell’ematuria chiedendo i sintomi del paziente e effettuando un esame fisico completo. Ciò può includere un esame rettale per gli uomini e un esame vaginale per le donne. Verranno organizzati esami del sangue e delle urine e, se si sospetta un’infezione, possono essere prescritti antibiotici. Se i test non indicano un’infezione, il paziente viene indirizzato a un urologo o un nefrologo.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.