L’infezione da virus Zika si trasmette attraverso la puntura di una zanzara infetta del genere Aedes, ma è anche possibile la trasmissione per via sessuale e da madre a feto durante la gravidanza.
Introduzione
Il virus Zika appartiene al genere Flavivirus ed è molto simile ad altri virus come quelli della dengue, della febbre gialla, dell’encefalite giapponese e del Nilo occidentale. È stato isolato nel 1947 nelle scimmie in Uganda e nel 1952 nelle persone in Uganda e in Tanzania. Il primo caso noto di infezione nell’uomo risale al 1968 in Nigeria e dal 1968 al 2007 si sono registrati casi di infezione umana solamente nell’Africa centrale e nel Sud Est asiatico.
Epidemiologia
La prima epidemia si è verificata nel 2007 in Micronesia, con 185 casi sospetti. Negli anni 2010 si sono registrati occorrenze della malattia da virus Zika in tutti i continenti e dei casi isolati si sono registrati anche in Europa, su soggetti che erano reduci da viaggi in zone tropicali e senza che sia documentata alcuna forma di trasmissione del virus in Europa. Nel 2016 si è avuta l’epidemia brasiliana che ha suscitato tanta preoccupazione. A partire da maggio 2019, il virus si è rapidamente diffuso in 84 paesi, territori o aree subnazionali ed è diventato un problema di salute pubblica in tutto il mondo.
In Italia, la diffusione del virus è monitorata da programmi specifici, come indicato nella Circolare 27 febbraio 2019. L’OMS ha stabilito che l’infezione da virus Zika durante la gravidanza può causare la sindrome congenita da virus Zika caratterizzata da gravi anomalie cerebrali, inclusa la microcefalia, o altri difetti congeniti, oppure altre patologie, come l’aborto spontaneo e la sindrome neurologica di Guillain-Barré.
Diffusione
Il virus Zika si diffonde generalmente attraverso la puntura di una zanzara infetta del genere Aedes, la stessa che trasmette il virus della febbre gialla, della dengue e della chikungunya (vedere in questa sezione di MALATTIE TRASMESSE DA VETTORI), ma può essere trasmesso anche per via sessuale e dalla madre al feto. La zanzara tigre (Aedes albopictus), presente nel nostro territorio, potrebbe trasmettere il virus Zika. I maggiori serbatoi animali dell’infezione sono i primati, alcuni grandi mammiferi e i roditori.
Modalità di trasmissione
L’infezione da virus Zika, contratta in gravidanza, può essere trasmessa dalla madre al feto e causare nello stesso la sindrome congenita da virus Zika, caratterizzata da microcefalia e altre malformazioni congenite, oppure può causare altre complicazioni della gravidanza, come nascita prematura e aborto spontaneo. E’ inoltre possibile la trasmissione per via sessuale. Il virus Zika può essere trasmesso anche dalla madre infetta al feto durante la gravidanza o nel periodo perinatale, oppure attraverso trasfusioni di sangue e emocomponenti, cellule organi e tessuti. In Italia vengono applicate strette misure di sorveglianza che garantiscono la sicurezza di questi prodotti (vedi sorveglianza).
Per quanto riguarda l’allattamento, il virus Zika è stato rilevato nel latte materno, ma non vi è attualmente alcuna prova che il virus si trasmetta ai neonati attraverso l’allattamento al seno. Si ricorda che l’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi 6 mesi di vita.La febbre da virus Zika è stata inoltre associata ad un maggior rischio di complicazioni neurologiche sia negli adulti che nei bambini, come la sindrome di Guillain-Barré, neuropatie e mielite.
Data la presenza di ZIKV nei donatori di sangue e la segnalazione di quattro possibili casi di trasmissione associata a trasfusione, Zika dovrebbe essere classificata come una potenziale malattia trasfusionale. Come nel caso della trasmissione sessuale, l’onere di questa modalità di trasmissione nelle aree endemiche è difficile da valutare. La prevalenza di ZIKV RNA nei donatori di sangue è stata stimata intorno all’1%. Questa malattia emergente rappresenta una sfida per le banche del sangue e dovrebbero essere attuate strategie per prevenire la trasmissione mediante trasfusioni di sangue.
Ciclo replicativo virale
Il ciclo replicativo di ZIKV è simile ad altri flavivirus noti. In breve, le proteine E sono coinvolte nell’attaccamento del virus ai recettori sulla membrana dell’ospite, quindi il virus viene interiorizzato tramite endocitosi mediata da una proteina clatrina in un ambiente a pH acido. Diversi recettori della superficie cellulare, compreso il recettore AXL, Tyro3, DC-SIGN e TIM-1, facilitano l’ingresso virale di ZIKV. Il genoma virale viene rilasciato nel citoplasma ospite dove viene tradotto e la poliproteina risultante viene scissa proteoliticamente in varie proteine, le proteine strutturali e non strutturali (proteine C, prM, E e NS). Gli RNA(+) appena sintetizzati possono essere reclutati per ulteriori cicli di traduzione / replicazione o incorporati nei virioni, che iniziano anche il loro assemblaggio sulle membrane del reticolo endoplasmatico. I virioni assemblati entrano e poi viaggiano attraverso il percorso secretorio, subendo la maturazione lungo il percorso, fino al loro rilascio finale fuori dalla cellula.
Sintomi clinici
Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica. Le manifestazioni cliniche della malattia, quando presenti, sono in genere simili a quelle di dengue e chikungunya. Si tratta di sintomi lievi come febbricola, eruzioni cutanee (soprattutto maculo-papulari), malessere, congiuntivite, mal di testa, dolori articolari e muscolari, che generalmente persistono per 2-7 giorni.
Il riposo, l’idratazione per bocca e alcuni antipiretici come il (paracetamolo, possono tenere sotto controllo la sintomatologia reumatica. Assumere antistaminici può servire contro i rash cutanei. Tutti i clinici sono concordi nello sconsigliare di assumere aspirina o altri FANS a causa di un aumentato rischio di sindrome emorragica segnalato con altre infezioni flavivirali, nonché il rischio di sindrome di Reye dopo infezione virale nei bambini e negli adolescenti.
Diagnostica clinica
Continuano gli studi sugli effetti dell’infezione da virus Zika durante la gravidanza, sulle strategie di prevenzione e controllo e sugli effetti dell’infezione in altri disordini neurologici dei bambini e degli adulti. L’infezione da virus Zika può essere sospettata in base alla sintomatologia ed un’anamnesi positiva per viaggi recenti (es. residenza o viaggi verso aree dove il virus Zika è presente). Al di là del sospetto clinico, la diagnosi di certezza si ottiene tramite la reazione a catena della polimerasi inversa (PCR) e l’isolamento del virus dal sangue del malato. La diagnosi sierologica è, purtroppo, complicata da possibili reazioni crociate con altri Flavivirus, soprattutto dengue e febbre gialla.
Terapie farmacologiche sperimentali
L’infezione da virus Zika non ha alcun farmaco antivirale specificato o dedicato. Sono tuttavia in corso indagini di laboratorio per testare l’efficacia di alcuni antivirali che hanno effetto già sugli altri flavivirus. Tra questi vi sono il favipiravir ed il sofosfbuvir. Anche il riposizionamento farmacologico (drug repurposing) ha dato qualche risultato incoraggiante. Dei farmaci antiprotozoari usati nelle infezioni tropicali sono risultati inibitori della replicazione virale a concentrazioni accettabili. Uno è la niclosamide, usata contro le parassitosi da vermi, la seconda è la nitazoxanide (usata contro le amebe) ed infine la suramina, il più vecchio farmaco usato contro la malattia del sonno (Tripanosoma).
Prevenzione
Viaggiatori (donne in gravidanza, antipiretic in età fertile, e i loro partner) che intendono recarsi o ritornano da aree in cui è in corso trasmissione del virus Zika o in aree in cui la circolazione del virus Zika è stata storicamente segnalata
E’ possibile la trasmissione sessuale del virus Zika. Esiste inoltre un’associazione fra infezione da virus Zika ed esiti infausti della gravidanza e del feto. Le donne e gli uomini in età fertile dovrebbero ricevere una corretta informazione sulla possibile trasmissione del virus Zika per via sessuale e sui metodi contraccettivi più appropriati per prevenirla. In Italia, in cui non esiste trasmissione locale del virus Zika, sia le donne che gli uomini che tornano da un viaggio o da un soggiorno in aree infette, dovrebbero praticare l’astinenza sessuale oppure avere rapporti sessuali protetti per un periodo di tre mesi per gli uomini e due mesi per le donne, in modo da prevenire la possibile trasmissione del virus Zika per via sessuale.
I partner di donne in gravidanza, che vivono o ritornano da aree infette, dovrebbero praticare l’astinenza sessuale o avere rapporti sessuali protetti per tutta la durata della gravidanza. Le donne e gli uomini che stanno pianificando una gravidanza nel prossimo futuro dovrebbero evitare di recarsi in paesi o zone infette. Le donne in gravidanza che siano state in aree con trasmissione del virus Zika dovrebbero informare del loro viaggio il medico curante, al fine di essere valutate e monitorate appropriatamente. Le donne in gravidanza con storia di viaggio in aree affette sia asintomatiche sia che presentino una diagnosi confermata di infezione da virus Zika dovrebbero iniziare precocemente le visite mediche antenatali ed il follow-up per diagnosticare eventuali complicazioni e ricevere assistenza adeguata.
Persone sessualmente attive che vivono in aree a rischio
- Applicare misure per prevenire le punture di zanzara.
- Ricevere informazioni sul rischio di trasmissione per via sessuale e sui metodi preventivi (astinenza sessuale, rapporti sessuali protetti).
- Scegliere i metodi contraccettivi più idonei e ricevere informazioni dal personale sanitario per effettuare una scelta consapevole in merito ad una possibile gravidanza, tenendo conto delle possibili conseguenze sul feto.
- Essere informati dei rischi di trasmissione per via sessuale nei tre mesisuccessivi all’infezione (uomini) e nei due mesi successivi all’infezione (donne). Per questi periodi, raccomandare l’astinenza sessuale o rapporti sessuali protetti, sia che l’infezione sia accertata o presunta.
Controllo delle zanzare
Le zanzare e i siti dove si riproducono costituiscono un rischio significativo per l’infezione da virus Zika. La prevenzione e il controllo si basano sula riduzione delle zanzare attraverso la riduzione delle fonti (rimozione e modifica dei siti dove si riproducono) e sulla riduzione del contatto fra le zanzare e le persone. Le misure comprendono l’eliminazione dei siti di riproduzione delle zanzare e l’adozione di misure di protezione personale:
- eliminare i contenitori inutili (barattoli, lattine, fiaschi, ecc.) anche di piccole dimensioni e pneumatici usati
- mettere al riparo dalla pioggia tutto ciò che può raccogliere acqua piovana
- evitare l’accumulo di acqua in contenitori esterni (ciotole degli animali da compagnia, vasi da fiori, bottiglie e altri contenitori che possono contenere l’acqua) per impedire che diventino terreno fertile per le zanzare, oppure svuotarli settimanalmente
- coprire vasche, cisterne, bidoni, serbatoi per l’irrigazione di giardini, orti e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con zanzariere, teli o coperchi in modo che le zanzare non possano entrarci
- riporre con l’apertura verso il basso annaffiatori, secchi per l’acqua e altri contenitori
- mettere nelle fontane e vasche ornamentali pesci rossi o altri pesci che si nutrono di larve di zanzara
- non lasciare accumulare i rifiuti all’interno e all’esterno delle abitazioni ed eliminarli buttarli via in sacchetti di plastica chiusi conservati in bidoni della spazzatura coperti
- mantenere puliti gli scarichi che possono causare ristagni d’acqua e le grondaie e verificare che sui teli che coprono cumuli di materiali e legna non ristagni l’acqua
- trattare regolarmente con prodotti larvicidi, seguendo le istruzioni riportate in etichetta, tombini, caditoie ed altri ristagni d’acqua non eliminabili
- segnalare alle amministrazioni pubbliche la presenza di zanzare utilizzando anche eventuali app
- proteggere le abitazioni con zanzariere a porte e finestre, o se non è possibile, utilizzando spray a base di piretro o altri insetticidi per uso domestico, oppure diffusori di insetticida elettrici, areando bene i locali prima di soggiornarvi e seguendo attentamente le istruzioni per l’uso
- proteggersi durante il sonno dotando il letto di una zanzariera
- indossare abiti di colore chiaro che coprano la maggior parte del corpo
- usare repellenti cutanei sulla pelle esposta, seguendo le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo e facendo particolarmente attenzione quando si utilizzano nei bambini, nei malati o negli anziani.
Situazione italiana
Il Piano di sorveglianza emanato dal ministero della Salute prevede tre componenti principali:
- sorveglianza epidemiologica dei casi umani
- sorveglianza entomologica e valutazione dei diversi livelli di rischio di trasmissione
- comunicazione del rischio.
Il virus Zika è trasmesso principalmente dalle zanzare Aedes. In Italia il vettore potenzialmente più competente è Aedes albopictus, meglio conosciuta come “zanzara tigre”. Regioni e Comuni hanno la responsabilità di effettuare tempestivamente le attività per il controllo delle zanzare invasive. I protocolli da seguire per il controllo delle zanzare invasive (appartenenti al genere Aedes) seguono schemi diversi a seconda dell’entità del rischio. Infatti la presenza e la densità del vettore e la relativa possibilità di casi umani di arbovirosi, delineano tre situazioni con livelli di rischio diversi:
- Area di tipo A– presenza del vettore, in assenza di casi umani importati o autoctoni; questa tipologia caratterizza oggi gran parte dei centri abitati del paese
- Area di tipo B– presenza del vettore e uno o più casi umani d’importazione
- Area di tipo C –presenza del vettore e casi umani autoctoni isolati o focolai epidemici.
Sorveglianza donatori di sangue ed emocomponenti
Ai donatori di sangue, che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni d’infezione da virus Zika, o che abbiano manifestato sintomi potenzialmente ascrivibili alle suddette infezioni, viene applicato il criterio di sospensione temporanea dalla donazione di sangue ed emocomponenti rispettivamente per 28 giorni dal rientro da tali aree e per 120 giorni dalla risoluzione completa dei sintomi. Nel caso del virus Zika, il criterio di sospensione temporanea per 28 giorni si applica anche ai donatori che riferiscano un rapporto sessuale con partner che ha sviluppato infezione documentata o sospetta oppure che abbia viaggiato o soggiornato in una zona con trasmissione attiva di virus Zika nei 3 mesi precedenti il predetto rapporto. Il Centro Nazionale Sangue definisce e aggiorna le misure di prevenzione della trasmissione trasfusionale delle infezioni da virus Zika sulla base della situazione epidemiologica e ne cura la diffusione alla rete di competenza anche mediante la pubblicazione sul sito del Centro Nazionale Sangue.
Vaccinazione
Il primo vaccino attenuato contro l’infezione dal ZIKV è stato prodotto ne 2017 ed immediatamente sperimentato sui topi, dove è riuscito completamente a sopprimere l’infezione virale. Mentre l’infezione da virus Zika in genere si traduce in sintomi simil-influenzali negli adulti sani e nei bambini, il rischio di microcefalia e di altre malattie nel feto in via di sviluppo ha messo in allarme tutto il mondo. Di qui la necessità di sviluppare un vaccino rivolto principalmente alle donne in età fertile.
Nel 2018 L’Istituto Nazionale dell’allergia e delle malattie infettive americano (NIAID) ha cominciato a lavorare su un vaccino rivolto all’uomo, la società indiana Bharat Biotech stava lavorando a due vaccini di Zika. Uno di loro è ricombinante e l’altro inattivato. Parimenti la ditta farmaceutici Inovio stava lavorando ad un ad un vaccino basato a DNA.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD; specialista in Biochimica Clinica.
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