lunedì, Marzo 20, 2023

Creating liberating content

Why mononucleosis takes root...

Of all the viral infections that affect humans, Epstein-Barr virus (EBV) is one...

La prevalenza dei distubi...

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è una malattia cronica dello stomaco e dell'intestino...

L’impatto dell’abuso di alcolici...

Il consumo di alcol sembra essere una pratica umana diffusa. Bere fa parte...

Il virus tumoricida TVEC...

Il carcinoma mammario triplo negativo, che rappresenta il 15% dei casi di carcinoma...
Home#BENESSERERitmi circadiani: i...

Ritmi circadiani: i guardiani contro il tumore al seno

Un gruppo di geni che codificano per diverse proteine ​​presenti in molti dei nostri tessuti e organi, i nostri orologi biologici regolano i nostri ritmi circadiani. Questi sono cambiamenti comportamentali e fisiologici che si verificano in risposta al ciclo giorno e notte. Sempre più studi stanno iniziando a legare le interruzioni del ritmo circadiano a una varietà di disturbi. Alzheimer, stress, emicrania e cancro sono alcune delle malattie che sono state collegate a un orologio del corpo perturbato da geni difettosi che lo regolano. Il legame tra cancro e ritmi circadiani è diventato sempre più il punto focale della ricerca medica. Uno studio recente, ad esempio, ha rivelato che due geni, chiamati Bmal1 e Per2, producono una proteina che favorisce il cancro quando “sballano i ritmi”. Questo, suggeriscono i ricercatori, potrebbe spiegare perché le persone che lavorano in turni notturni sono a maggior rischio di cancro. Gli ultimi studi condotti presso la Texas A&M University suggeriscono che lo stesso gene Per2 possa avere un effetto protettivo contro la comparsa di K mammario. La funzione di Per2 è quella di regolare i ritmi circadiani presenti all’interno di ogni cellula.

I ritmi circadiani sono controllati da un “master clock” situato nel cervello. In particolare, l’ipotalamo del cervello ospita questo orologio centrale, che consiste di oltre 20.000 neuroni raggruppati in una struttura nota come nucleo soprachiasmatico (SCN). La funzione del Per2 all’interno del meccanismo del nostro orologio biologico, risulta più ampia di quanto ritenuto prima. Infatti, non solo abbiamo un orologio centrale [l’SCN], ma ognuna delle nostre cellule ha uno di questi orologi periferici e sono in coordinazione con l’orologio centrale. Quando ci si sveglia al mattino e vede la luce, la luce entra nel cervello e innesca questo meccanismo molecolare che regola il processo (ritmo circadiano). Per2 – che è l’abbreviazione di Period 2 – è responsabile della codifica del “feedback negativo” in questo ciclo quotidiano, spiegano i ricercatori. I meccanismi di feedback negativi e positivi sono costantemente in equilibrio, andando su e giù. Si alza durante il giorno, l’altro di notte – oscillano nelle 24 ore – ma quando si vede la luce, la risistema al mattino. Quando torna Per2, sopprime un altro gene chiamato BMAL o CLOCK”.

Utilizzando un modello di topo per trapianto, il team della Texas A&M guidati dal prof. Porter ha determinato un ulteriore ruolo del Per2 oltre a quello del cronometraggio. Sopprimere il Per2 nei topi ha portato a ghiandole mammarie sviluppate in modo anomalo nei roditori. Hanno una specie di fenotipo bipotente; in realtà sono a metà strada dal cancro. Hanno già molte delle caratteristiche che si vedono in una cella pre-maligna. Il gene, quindi, svolge un ruolo chiave nella differenziazione e nello sviluppo delle cellule delle ghiandole mammarie. Inoltre, la maggior parte dei tumori mammari ha una bassa espressione di Per2, il che, suggerisce che il gene dell’orologio corporeo possa proteggere contro il cancro al seno. Pertanto, il Per2 funziona come un gene onco-soppressore associato all’identità cellulare. Esistono già studi che mostrano una relazione tra livelli ridotti di Per2 e alcuni tipi di cancro al seno, che sono più invasivi. Quindi, gli scienziati credono che esista una relazione diretta. Altri gruppi indipendenti hanno provato che durante la trasformazione delle cellule mammarie da normali a tumorali, si ha la sovversione dei ritmi da parte della proteina ZNF704.

Esso è stato visto agire come un repressore trascrizionale interagendo con il complesso SIN3A per la repressione genica. Le analisi su tutto il genoma dei bersagli trascrizionali ha rivelato che il complesso ZNF704 / SIN3A reprime un pannello di geni, incluso Per2, che sono criticamente coinvolti nella funzione dell’orologio circadiano. La sovraespressione di ZNF704 prolunga il periodo e attenua l’ampiezza dell’orologio circadiano. ZNF704 ha promosso la proliferazione e l’invasione delle cellule di cancro al seno in vitro e ha accelerato la crescita e le metastasi del cancro al seno in vivo. Coerentemente, il livello di espressione di ZNF704 risulta inversamente correlato a quello di Per2 nei carcinomi mammari e l’alto livello di ZNF704 era correlato a gradi istologici avanzati, positività dei linfonodi e prognosi più sfavorevole. Questi risultati fanno pensare ai ricercatori che ZNF704 è un importante regolatore dell’orologio circadiano e un potenziale driver per la carcinogenesi mammaria. Le analisi indipendenti di altri gruppi di ricerca hanno evidenziato che le variazioni di Per2 e dell’altro regolatore parallelo, BMAL1, sono evidenti in tutti i quattro stadi del processo di tumorigenesi: dallo stadio di promozione (stadio 1) fina quello di anaplasia completa (stadio 4).

Questo vuol dire che serve tempo prima che l’alterazione delle proteine “orologio” determini alterazioni cellulari tali da portare alla comparsa di un tumore mammario. In aggiunta a quanto esposto, è già quasi un decennio che i ricercatori hanno fatto collegamenti ed ipotesi sul ruolo del lavoro notturno femminile e il rischio di sviluppare un carcinoma mammario. Le indagini maggiori sono state fatte su coorti di infermiere con turni di notte in ambienti sanitari. Il fattore “luce notturna” è stato invocato maggiormente su quello dell’interruzione dei normali patterns di sonno notturno. La luce, infatti, è un soppressore della produzione cerebrale di melatonina, un ormone che regola il sonno, alcune funzioni femminili ed i ritmi ormonali giornalieri. Non casualmente, la melatonina è anche un soppressore della proliferazione di svariate linee di cellule tumorali, fra cui quelle di carcinoma mammario. La melatonina svolge un ruolo regolatore nell’asse HPG, sopprimendo la sintesi degli estrogeni ovarici. La melatonina è anche un potente repressore dell’attività trascrizionale del recettore dell’estradiolo (ERα), che induce la proliferazione di quei carcinomi mammari che positività alla sua presenza (ER+).

La melatonina è anche un potente regolatore della sorveglianza immunitaria, la quale viene a scemare quando i tumori prendono piede per crescita e comparsa di metastasi in un organismo con difese immunitarie indebolite. Ripetute interruzioni del sonno e dei sistemi circadiani possono influenzare la funzione immunitaria sia innata che acquisita. Diversi studi hanno dimostrato che una sola notte di privazione del sonno, si associa ad un numero ridotto di linfociti natural killer (NK) circolanti, che sono dei guardiani anticancro “nati”. Ancora una volta non casualmente, è opinione comune ritenere che un buon sonno ristoratore tenga efficienti le difese immunitarie, opinione ampiamente confermata dalla letteratura scientifica. Ovviamente al buio completo, perché indagini di laboratorio hanno provato che l’esposizione alla luce artificiale notturna (intensità comprese fra 2500-3000 lux) abbassa il potere anti-oncogeno della melatonina. I dati sono stati confermati dalle analisi di due grosse coorti di infermieri, gli studi NHS I e II. Ma già venti anni fa, una analisi retrospettiva caso-controllo aveva rivelato che il rischio di cancro al seno è aumentato nelle donne che hanno riferito spesso di non dormire durante la notte, quando i livelli di melatonina raggiungono il picco (intorno all’ 1:00), nei 10 anni precedenti la diagnosi.

Un’ulteriore prova di come l’amico sonno protegga la nostra salute da ogni lato.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Yang C et al. Cancer Res 2020; 80(19):4114-4128.

Lin HH et al. Integr Cancer Ther. 2019; 18:1534735419836494.

McQueen CM et al. Development. 2018 Mar; 145(6).

Mocellin S et al. BMC Med. 2018 Feb 19; 16(1):20.

Samulin Erdem J et al. J Cancer 2017; 8(15):2876-84.

Get notified whenever we post something new!

spot_img

Create a website from scratch

Just drag and drop elements in a page to get started with Newspaper Theme.

Continue reading

Why mononucleosis takes root in some individuals and not for everyone? Science brings the answer to the “surface”

Of all the viral infections that affect humans, Epstein-Barr virus (EBV) is one of the most common. Upon initial infection, the virus causes mononucleosis in some children and young adults; this disease is characterized by non-specific symptoms, such as...

La prevalenza dei distubi mentali nella sindrome del’intestino irritabile: più alta di quello che si riteneva e con molte facce

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è una malattia cronica dello stomaco e dell'intestino che colpisce fino al 15% della popolazione. Provoca crampi, dolore addominale, gonfiore, gas e diarrea. Circa il 10-20% degli adulti in tutto il mondo soffre di...

L’impatto dell’abuso di alcolici sull’ipertensione: conta solo l’alcolismo o anche il “bere sociale”?

Il consumo di alcol sembra essere una pratica umana diffusa. Bere fa parte della società umana in tutto il mondo; tuttavia, il consumo di alcol è stato fortemente collegato a malattie umane, tra cui cirrosi epatica, cardiopatie e condizioni...

Enjoy exclusive access to all of our content

Get an online subscription and you can unlock any article you come across.